venerdì 5 dicembre 2014

ACCISE CHE NON SI SPENGONO MAI!

Per accise si intendono una serie di tasse indirette, celate nel prezzo di prodotti di largo consumo, che hanno iniziato la loro esistenza per superare contingenze, varie e in vari periodi, che però sono rimaste a tempo indeterminato, sommandosi l'una all'altra. Come dire: per delle calamità naturali o per delle catastrofi determinate da abusi delle varie classi dirigenti succedutesi nel tempo, noi cittadini ignari, abbiamo cumulato un debito a tempo indeterminato.
Vediamo quali sono, le loro origini e facciamoci qualche domanda:

  •  Lire 1,90 (0,000981 euro) per la guerra d'Etiopia 1935;
  •  Lire 14 (0,00723 euro) per la crisi di Suez 1956;
  •  Lire 10 (0,00516 euro) per la ricostruzione del Vajont 1963;
  •  Lire 10 (0,00516 euro) per l'alluvione di Firenze 1966; 
  •  Lire 10 (0,00516 euro) per la ricostruzione del Belice 1968;
  •  Lire 99 (0,0511 euro) per la ricostruzione del Friuli 1976; 
  •  Lire 75 (0,0387 euro) per la ricostruzione dell'Irpinia 1980; 
  •  Lire 205 (0,106 euro) per la guerra in Libano 1983;
  •  Lire 22(0,0114 euro) per la missione in Bosnia 1996;
  •  € 0,02 per il contratto autoferrotranvieri 2004; 
  •  € 0,005 per acquisto autobus ecologici 2005;
  •  €  0,0051 euro per far fronte al terremoto dell'Aquila del 2009;
  •  da 0,0071 a 0,0055 per la cultura 2011;
  •  € 0,04 per emergenza immigrati dopo la crisi libica anno 2011;
  •  € 0,089 per alluvione in Liguria e Toscana 2011;
  •  € 0,082 per decreto salva Italia 2011;
  •  € 0,02  per il terremoto in Emilia 2012; 

A tutto questo si somma la cosiddetta imposta di fabbricazione sui carburanti, che porta il totale finale a 72,42 cent per litro per la benzina verde e 61,32 cent per il gasolio IVA esclusa.(Wikipedia)
Incidono sia sui carburanti di uso comune che su quelli ad uso agricolo, con le logiche ripercussioni per il prezzo dei beni di consumo.
Facendo un discernimento, tra calamità naturali, per cui , comunque, non si giustifica il protrarsi all'infinito di un cumulo di  contributi diventati ingiustificabili, sia per l'entità cumulata che per la destinazione, diventata vaga e disponibile solo a ricolmare voracità e ladrocini vari. Sarebbe il caso di chiederne conto come cittadini, prima che trasformino il nostro stato costituzionale in una dittatura costituzionale, tanto per non dover poi  dare alcuna giustificazione al pagare e tacere.
Cominciamo ad esaminare le varie motivazioni:
Prima causa
: guerra di Eritrea.
La prima guerra colonialista italiana. Capo di stato : re Vittorio Emanuele III, governo Crispi. Necessità espansionistica di un certo tipo di capitalismo rampante:trovare spazio economico in casa d'altri. Perdite complessive (anche i nemici sono fatti di carne) 26.000 persone.
Il capitalismo dell'epoca trovò il suo nuovo spazio, per un pò di tempo, noi continuiamo a pagare, dato che l'accisa, imposta dal re, non si è mai spenta.
Seconda causa: crisi di Suez.
Conflitto tra potenze (Israele, USA,Francia, Inghilterra), per il controllo del canale di Suez, aggressione di Israele su Gaza, inizio dell'intifada, e noi abbiamo assunto un debito, di cui ancora non si intravede il saldo, anche non sapendo, ancora, che accidenti c ‘entravamo.
Continuiamo, ancora, a pagare.
Causa ricostruzione del Vajont
.
Vajont, significa: va giù. Basterebbe il nome del luogo per far capire che la calamità, annunciata, fu procurata. Per quali interessi? Non certo quelli dei cittadini.
Fu denunciata, per notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico,Tina Merlin che con i suoi articoli "allarmarva" la popolazione; fu boicottato A. Bordiga perchè,anch'egli, faceva rilevare l'inopportunità di tale creazione. 
Noi continuiamo a pagare, forse pagheranno anche i nostri nipoti e,ancora, i nostri illuminati amministratori ci impongo ulteriori opere mastodontiche, in contrasto assoluto con i cittadini che le subiscono. Magari, dopo, ci imporranno qualche altra accisa.
Ci sono poi le accise scaturenti da calamità naturali:
alluvione di Firenze, che fu nel 66, continuiamo a pagare da cinquant'anni;
il terremoto del Belice, per cui è stata prodotta una ricostruzione al di fuori delle necessità delle persone coinvolte.
L'Irpinia, per cui a tutt'oggi, non si sa se è stata finita la ricostruzione( a 34 anni dal terremoto), non ci è dato sapere, basta pagare, continuare a pagare. Trasmettere un debito anche ai posteri.
1983: guerra del Libano.
Motivazione estremamente nebulosa, dal momento che la guerra del Libano, iniziata nell'82, era una pura guerra espansionistica israeliana, ai danni dei palestinesi. I nostri amministratori sono talmente generosi da farci pagare, all'infinito, anche l'avidità di altri stati.
Le altre cause:

Spedizione in Libano, intervento in Bosnia, i nostri indispensabili emiri non si sono fatto mancare niente, dall'espansionismo israeliano all'ingerenza nei fatti interni di altri stati, l'importante che a pagare siamo stati sempre noi, cittadini (ancora per poco, nel senso che: rottamando la costituzione, probabilmente, non saremo più cittadini ma semplice massa).
Ma non è tutto, ci sono ancora le altre tasse e altre disgrazie,ma, il nostro rampante premier (all'inglese va meglio, più pomposo e indefinito, dal momento che non può essere presidente del consiglio perchè nessuno lo ha eletto) non trova di meglio da fare che intervenire sulla Costituzione per accentrarsi i poteri, anzichè rottamare legami e commistioni che rendono possibile il malcostume di cui, ogni giorno si ha una notiziola nuova.  Dove non riuscì il pascià riesce pierino, ma non fece così anche Hitler assicurandosi la governabilità?
E chi poteva contraddirlo.
Che memoria corta. Il tutto con l'avallo di chi avrebbe dovuto difendere la Costituzione e che, invece,ne sollecita l'eliminazione, forse in una  visione, senile, di immortalità.
Nessuno merita questo, nemmeno un popolo di imbelli più impegnato al calcio che ai fatti che lo riguardano.
I suicidi, siccome sono uno alla volta, si interpretano come fatti degli altri. Che Dio ci protegga, al punto in cui siamo solo Lui può guardarci.


Natalia Libra
Attivista M5S Mascalucia


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