sabato 16 maggio 2015

CI SALVI CHI PUO’!

Lettera aperta indirizzata al Sig. Presidente della Repubblica e a tutte le persone di buona volontà.

Oggetto: disperato appello per salvare quel che resta della nostra Costituzione.

Siamo cittadini della categoria, secondo un linguaggio da bulli, identificabili come “gufi”, nel senso che siamo comunissime persone che vedono la pericolosa deriva che la nostra Repubblica, e quindi noi cittadini, da oltre un ventennio sta prendendo, scivolando sempre più, senza che nessun serio contrasto abbia avuto la possibilità di essere ascoltato e preso in considerazione per la reale gravità che questa deriva rappresenta. Siamo anche animalisti, non ci offendiamo ad essere chiamati gufi, abbiamo rispetto per gli animali, tutti.
Abbiamo tanto rispetto per gli animali che non chiamiamo “iene ridens” le allegre brigate che sprizzano ottimismo in una situazione in cui la gente si uccide perché non ce la fa più: per l’oppressione fiscale; per la mancanza di lavoro; per la difficoltà a curarsi; per la scuola che crolla, non solo come edificio ma come possibilità; per essere costretta a dormire in auto; in sintesi, per la mancanza di qualsiasi prospettiva.
Tra tutti questi problemi, il nostro governo rottamatore, senza nemmeno aver scritto il “mein kampf”, che almeno ci avrebbe informati sulle intenzioni, anziché rottamare la corruzione, le esosità, le armi, il malcostume, le connivenze e tutte quelle sconcezze che soffocano la vita dei cittadini, si impegna con veemenza maniacale a rottamare la Costituzione. Ma, questo non è già successo negli anni 30?
Si, è successo! Con qualche differenza. Hitler, ha dovuto faticare di più; era

mercoledì 13 maggio 2015

Non capitozzate i nostri alberi!

Una morte lenta e silenziosa è quella inflitta a moltissimi dei nostri alberi.  Il nostro Verde Pubblico. Capitozzati, privati totalmente della loro chioma. Dimenticati e maltrattati, non ti accorgi più della loro esistenza... sono invece importantissimi per l’ecologia urbana e globale. Bisogna ASSICURARE la sopravvivenza degli alberi e la nostra stessa incolumità. 
La capitozzatura è una pratica perversa che a Mascalucia ha assunto una diffusione allarmante e che si conferma essere la principale minaccia per gli alberi delle città.  Non ci stiamo!
Esigiamo più attenzione e cura per i nostri alberi.

Esistono le alternative a questa pratica. E’ possibile ridurre la chioma di un albero senza distruggere l’armonia e soprattutto senza grossi tagli.

Perchè la Capitozzatura è dannosa per gli alberi

1) Alberi capitozzati o drasticamente potati non riescono a rimarginare totalmente le proprie ferite. Gli esemplari a lungo andare possono deperire, colpiti da seccume, stress vegetativo, collasso e ad attacchi patogeni, come malattie e carie del legno.

2) Gli alberi capitozzati vanno incontro a stress da irraggiamento perchè sprovvisti totalmente delle ramificazioni che sono importanti per proteggere il tronco e le radici dai raggi del sole. Queste "scottature" dei tessuti della pianta possono portare col tempo alla nascita di cancri e distaccamento della corteccia dal tronco oltre alla morte stessa della branca interessata o di parte dell'albero.

3) L'eliminazione di tutte le ramificazioni di un albero impedisce anche agli uccelli di creare dei nidi o a mammiferi di trovarvi dimora. L'albero in pratica viene a perdere anche la sua funzione fondamentale di "ecosistema".

4) Non è assolutamente vero che le potature drastiche rafforzano la pianta. la produzione dei numerosi rami in seguito ai drastici interventi di potatura sono il risultato estremo del dispendio energetico delle riserve della pianta, messe subito a disposizione per correre ai ripari su tre froti fondamentali: carenze nutrizionali per la mancanza di fogliame, la necessità di un immediato schermo solare (col tempo la pianta morirebbe sotto i raggi del sole senza ramificazione) oltre al riequilibrio con le radici (che sono il cervello della pianta). I nuovi germogli esploderanno in una crescita

martedì 12 maggio 2015

#MARCIA5STELLE


Il giorno 9 maggio 2015 si è tenuta in Umbria la marcia a sostegno del Reddito di Cittadinanza del Movimento Cinque Stelle, con partenza da Perugia ed arrivo ad Assisi, con una distanza da coprire di 25 km per la durata di 5-6 ore ad una velocità media di 5 km/h.

Qualcuno penserà, che per i luoghi simbolo della storia religiosa del medioevo italiano, che vide tra i più famosi Santi quali, San Francesco e Santa Rita, che tale marcia fosse di carattere religioso o che fosse un pellegrinaggio.
In effetti il M5S nato il 4 ottobre del 2009, giorno di San Francesco Patrone d'Italia, ha voluto che la marcia per il Reddito di Cittadinanza si tenesse in quella terra simbolo di povertà e fratellanza.

Il Reddito di Cittadinanza, si basa sulle fondamentali prerogative della solidarietà e fratellanza, in pratica della comunità, dove ognuno aiuta l’altro. Infatti il motto che meglio lo caratterizza è “nessuno deve rimanere indietro”, cosa ormai divenuta anacronistica dove ognuno pensa principalmente per se e dove il motto è ”si salvi chi può”!

Per chi fosse disinteressato alla politica, strumento essenziale per amministrare la nostra vita dal momento della nascita sino alla nostra morte, spiegheremo in breve cos’è il Reddito di Cittadinanza. E' una somma di 780 euro destinata ad ogni Cittadino, che non ha o che ha perso il lavoro e dopo esser stato convocato dai centri per l’impiego per tre volte ed ha rifiutato il lavoro a lui assegnato, perderà tale somma.

Chiamato in tutta Europa in tanti modi e con somme che variano dai 400 ai 1400 euro e con regole differenti, questa forma di dignità sociale e di civiltà non esiste in: Ungheria, Grecia ed Italia. Perché??? 

Come in qualsiasi famiglia, il tenore e lo stile di vita è dovuto alla gestione dei soldi e la nostra nazione non è da meno, una grande famiglia che fa gli interessi dei cittadini……. per ultimo!

Il popolo italiano è scettico sull'argomento o perlomeno così gli hanno fatto credere, dicendo che è  impossibile d’attuare per il periodo di crisi in cui viviamo e come