Sino
alla fine degli anni 80 i comuni provvedevano direttamente al
controllo del randagismo catturando i cani, tenendoli qualche giorno,
per poi sopprimerli quando scaduti i termini stabiliti e nessuno si
proponeva di prenderli in affido.
Dopo
l'entrata in vigore della Legge quadro la 281/91, sui cani si è
determinato un valore aggiunto, soprattutto monetario, visto che
quello affettivo pur limitato era già presente; da quel momento e
fermo restando la continua nascita dei cani, accidentali e non
voluti, si è visto un incremento esponenziale di canili, per lo più
privati, che "casualmente" ha visto anche l'incremento dei
cani randagi, ma in questo caso, voluto ed organizzato.
Per
i cani la differenza è stata:
-
prima del 1991 la pena di morte dopo 3 giorni,
- dopo il 1991 la detenzione a vita con l' “ergastolo”.
La
sola indicazione di che fare, mettendo in evidenza possibili e facili
guadagni, ha scatenato molti appetiti tra diversi soggetti, non
escludendo nemmeno alcune Associazioni, questi appetiti hanno
determinato lo stato attuale delle cose:
- incremento del randagismo
- incremento dei canili privati
- incremento degli affari sui cani.
Le
leggi e le disposizioni regionali, per alcuni versi non applicate e
inutili, hanno determinato un'anomalia disastrosa: da una parte non è
stato fatto alcuno studio per capire come questo fenomeno si è
evoluto, limitandosi solo ad affermare il principio che il randagismo
è un problema da risolvere; dall'altra si è lasciato il libero
arbitrio, dando solo e semplici indirizzi, ma evitando
accuratamente di individuare responsabilità e controlli sull'efficacia di eventuali interventi, il risultato? Un disastro totale!!!
accuratamente di individuare responsabilità e controlli sull'efficacia di eventuali interventi, il risultato? Un disastro totale!!!
Lo
stato delle cose, pur già drammatico, ha la tendenza a diventarlo
ancora di più; troppi soggetti sono interessati al mantenimento
della condizione attuale, molti di questi soggetti sono
"sponsorizzati" proprio dalle istituzioni con regole vaghe
e disponibilità finanziarie senza troppi controlli, messe a
disposizione per pochi e in maniera assolutamente irrazionale.
Il
problema randagismo ha in se la caratteristica del "virus
letale" se si cura solo una parte del corpo, esso si ripropaga
inevitabilmente come e più di prima, con in più l'aver sprecato
energie finanziarie e umane inutilmente, in sintesi: da una parte si
spendono enormi somme per alimentare gli affari di organizzazioni
private e/o Associazioni varie, anche di livello nazionale, omettendo
controlli e facendo in modo che i finanziamenti siano facili e
disponibili; dall'altra si affamano cani/gatti (solo per far un
esempio di malessere ) quale conseguenza della diffusione di sporchi
affari, facendo diventare inutile il sacrificio di tanti volontari
che, pur con tutta la loro disponibilità gratuita e piena, non
riescono minimamente a limitare questo fenomeno.
Sino
a quando si faranno affari con il randagismo, ci sarà sempre
qualcuno che lavorerà per mantenerlo inalterato o incrementarlo;
ecco perché ogni intervento, per essere efficace, deve contenere la
limitazione dell'affare facile, con alcune e semplici regole, infine
và messa in campo ogni risorsa disponibile per un vero programma di
sterilizzazioni, anagrafe canina e sensibilizzazione,
quest'ultima unica vera arma permanente.
Così mentre i cani randagi ancora liberi e circolanti sono (700.000
stime al ribasso) tantissimi si riproducono per circa 1/3 del totale
ogni anno, di cui mediamente 1/3 muoiono prematuramente, i restanti
vanno ad incrementare quelli liberi e randagi o sostituiscono i
vecchi che muoiono.
Il
proliferare dei cani nelle città o nell'immediata periferia è
determinato da un abbandono scientifico e organizzato, ci sono
organizzazioni affiliate ai canili privati che su specifici ordini
pensano a scaricare decine di cani su quei comuni dove la capacità
di spesa è ancora buona o dove non esiste altra convenzione, o
peggio dove ci sono le Associazioni di volontariato che fanno quel
che possono, ma in questo i cani scaricati servono solo a dimostrare
che le stesse Associazioni non sono in grado di provvedere ai bisogni
dei comuni.
Sino
a quando questo maltrattamento ad animali e a cittadini continuerà?
Fabio Mavilia
Attivista M5S Mascalucia
Fabio Mavilia
Attivista M5S Mascalucia
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