venerdì 3 aprile 2015

IL FENOMENO DEL RANDAGISMO


Sino alla fine degli anni 80 i comuni provvedevano direttamente al controllo del randagismo catturando i cani, tenendoli qualche giorno, per poi sopprimerli quando scaduti i termini stabiliti e nessuno si proponeva di prenderli in affido.
Dopo l'entrata in vigore della Legge quadro la 281/91, sui cani si è determinato un valore aggiunto, soprattutto monetario, visto che quello affettivo pur limitato era già presente; da quel momento e fermo restando la continua nascita dei cani, accidentali e non voluti, si è visto un incremento esponenziale di canili, per lo più privati, che "casualmente" ha visto anche l'incremento dei cani randagi, ma in questo caso, voluto ed organizzato.
Per i cani la differenza è stata:
- prima del 1991 la pena di morte dopo 3 giorni,
- dopo il 1991 la detenzione a vita con l' “ergastolo”.
La sola indicazione di che fare, mettendo in evidenza possibili e facili guadagni, ha scatenato molti appetiti tra diversi soggetti, non escludendo nemmeno alcune Associazioni, questi appetiti hanno determinato lo stato attuale delle cose:
  • incremento del randagismo
  • incremento dei canili privati
  • incremento degli affari sui cani.
Le leggi e le disposizioni regionali, per alcuni versi non applicate e inutili, hanno determinato un'anomalia disastrosa: da una parte non è stato fatto alcuno studio per capire come questo fenomeno si è evoluto, limitandosi solo ad affermare il principio che il randagismo è un problema da risolvere; dall'altra si è lasciato il libero arbitrio, dando solo e semplici indirizzi, ma evitando
accuratamente di individuare responsabilità e controlli sull'efficacia di eventuali interventi, il risultato? Un disastro totale!!!
Lo stato delle cose, pur già drammatico, ha la tendenza a diventarlo ancora di più; troppi soggetti sono interessati al mantenimento della condizione attuale, molti di questi soggetti sono "sponsorizzati" proprio dalle istituzioni con regole vaghe e disponibilità finanziarie senza troppi controlli, messe a disposizione per pochi e in maniera assolutamente irrazionale.
Il problema randagismo ha in se la caratteristica del "virus letale" se si cura solo una parte del corpo, esso si ripropaga inevitabilmente come e più di prima, con in più l'aver sprecato energie finanziarie e umane inutilmente, in sintesi: da una parte si spendono enormi somme per alimentare gli affari di organizzazioni private e/o Associazioni varie, anche di livello nazionale, omettendo controlli e facendo in modo che i finanziamenti siano facili e disponibili; dall'altra si affamano cani/gatti (solo per far un esempio di malessere ) quale conseguenza della diffusione di sporchi affari, facendo diventare inutile il sacrificio di tanti volontari che, pur con tutta la loro disponibilità gratuita e piena, non riescono minimamente a limitare questo fenomeno.
Sino a quando si faranno affari con il randagismo, ci sarà sempre qualcuno che lavorerà per mantenerlo inalterato o incrementarlo; ecco perché ogni intervento, per essere efficace, deve contenere la limitazione dell'affare facile, con alcune e semplici regole, infine và messa in campo ogni risorsa disponibile per un vero programma di sterilizzazioni, anagrafe canina e sensibilizzazione, quest'ultima unica vera arma permanente.
Così mentre i cani randagi ancora liberi e circolanti sono (700.000 stime al ribasso) tantissimi si riproducono per circa 1/3 del totale ogni anno, di cui mediamente 1/3 muoiono prematuramente, i restanti vanno ad incrementare quelli liberi e randagi o sostituiscono i vecchi che muoiono.
Il proliferare dei cani nelle città o nell'immediata periferia è determinato da un abbandono scientifico e organizzato, ci sono organizzazioni affiliate ai canili privati che su specifici ordini pensano a scaricare decine di cani su quei comuni dove la capacità di spesa è ancora buona o dove non esiste altra convenzione, o peggio dove ci sono le Associazioni di volontariato che fanno quel che possono, ma in questo i cani scaricati servono solo a dimostrare che le stesse Associazioni non sono in grado di provvedere ai bisogni dei comuni.
Sino a quando questo maltrattamento ad animali e a cittadini continuerà?
Fabio Mavilia
Attivista M5S Mascalucia

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